2020

Messaggi in bottiglia
ATTENZIONE: A CAUSA DELL’ORDINANZA del MINISTERO DELLA SALUTE che impone di evitare assembramenti, la conferenza è annullata e spostata in data da destinarsi
Presentazione del libro Messaggi in bottiglia. Ebrei stranieri ad Asolo di Vittorio Zaglia
Ne parlerà con l’autore Davide Romanin Jacur
Il volume è frutto di una ricerca che l’autore ha effettuato per conto dell’Academia dei Rinnovati di Asolo, un’associazione culturale, nata per iniziativa di un gruppo di cittadini asolani sull’esempio di quella originale del 1750 (da cui la parola academia con una sola c, come si usava a quei tempi).
Lo studio della persecuzione anti-ebraica, negli aspetti, non necessariamente drammatici, che assunse localmente, ci offre una visione chiara della situazione affrontata da migliaia di persone che, senza colpa alcuna, si trovarono improvvisamente obbligati a fuggire, lasciandosi alle spalle affetti, lavoro e casa, pur se risparmiati dalla tragedia di un campo di concentramento nazista.
Uno degli aspetti meno noti della Shoà è il fenomeno cosiddetto dell’internamento libero, cui furono assoggettati circa 3800 ebrei stranieri (per la maggior parte croati) che, rifugiatisi nei territori occupati dall’esercito italiano, furono da qui inviati in Italia con l’obbligo di domicilio coatto e la privazione di molte libertà personali. Di questi ebrei, ben 1240 furono alloggiati in paesi del Veneto, soprattutto nelle provincie di Vicenza (oltre 600), Treviso (356) e Rovigo (120). Ad Asolo, piccola cittadina collinare della Marca trevigiana, ne furono ospitati – da novembre 1941 a settembre 1943 – quasi 80, in gran parte provenienti da Zagabria.
Questo volume, grazie a una laboriosa ricerca effettuata presso l’Archivio locale e al ritrovato memoriale scritto da uno degli internati, Joseph Konforti, ripercorre l’esistenza di queste persone nei due anni trascorsi ad Asolo e cerca di tratteggiare i rapporti intercorsi con la popolazione locale.
Grazie alla saggezza dell’avvocato Ziga Neumann, il portavoce del gruppo, riuscirono a salvarsi tutti dall’arresto dopo l’8 settembre 1943, fuggendo chi al Sud e chi verso la Svizzera. Colpisce l’assoluto silenzio che, a settant’anni di distanza, ancora riveste l’episodio tra i cittadini Asolani, che vollero quasi rimuovere un periodo drammatico della loro storia recente. Con questa pubblicazione speriamo di risvegliare ricordi ancora sopiti di quel periodo drammatico e, al tempo stesso, eroico.